martedì 4 agosto 2009

La beffa di Odino

1 agosto 2009
L’ultimo trekking della vacanza non poteva iniziare meglio, sole splendente e temperatura gradevole. Partiamo carichi come mai con il desiderio di esplorare ogni angolo della tanto elogiata Islanda occidentale. La prima tappa ci porta a scoprire quelli che sono i resti dello scheletro di una balena e ovviamente i ragazzi non perdono occasione di fare scempio dei resti del povero animale per poter avere una foto ricordo da veri lupi di mare.



La tappa successiva ci porta fino ad un piccolo vulcano la cui unica attrattiva è quella di essere, secondo la guida, punto di partenza di “tanti sentieri che conducono alle vicine scogliere dove innumerevoli foche oziano sugli scogli in riva al mare”. Una volta giunti al vulcano dopo 2 km di interminabile camminata vulcanica prendo in mano la situazione, il mio unico obiettivo è vedere le foche e certo la perplessità dei ragazzi non mi spaventa. Effettivamente non c’era nemmeno un sentiero segnato e delle scogliere c’era solo un lontano miraggio, non dimentichiamo anche che non c’era un’anima viva oltre a noi. Mi autonomino Ranger e decido di guidare il gruppo verso il mare…
Iniziamo a camminare sul terreno lavico e su soffice muschio che se a primo acchito ci ha fatto ridere e saltare sul posto per saggiarne la morbidezza, dopo 4 km di camminata ci ha fatto piangere e strisciare dalla fatica. Più ci avvicinavamo alle scogliere più queste si allontanavano, sembravano un miraggio irraggiungibile, finché stanchi affamati e senz’acqua decidiamo democraticamente di tornare sui nostri passi e lasciamo l’impresa incompiuta.

Ci spostiamo affaticati verso la tappa successiva designata anche come luogo per consumare l’ottimo pranzo al sacco di oggi, si tratta di una bella e ampia spiaggia di sabbia nera. Non appena vediamo un cartello che segnala la spiaggia ci fiondiamo subito nel parcheggio e senza pensarci due volte infiliamo gli zaini e ci incamminiamo sul sentiero. Il cartello segnala 4 km di camminata, storco il naso già stanca per la maratona appena terminata ma i ragazzi sono ancora carichi e così ci incamminiamo. Una distesa interminabile di dune di lava, il mare non si vedeva nemmeno con il binocolo, dietro di noi nuvole minacciose ci inseguono minacciando pioggia e coprono l’unica vera attrattiva della zona, il ghiacciaio che non riusciamo nemmeno a scorgere da quanto è annuvolato…io e Marco ci guardiamo e indiciamo una votazione democratica: proseguire o tornare indietro (viste le precedenti fregature della guida non ci fidiamo più così tanto). Io e Marco vorremmo tornare indietro, Ste e il Bresso vogliono proseguire, decidiamo di lasciare alla sorte la decisione essendo pari. Estraiamo una moneta islandese e decidiamo di fare ‘Testa o Croce’, o meglio ‘Pesce’ o ‘Odino’ (le figure che hanno sulla moneta da 100 kr). Ovviamente esce Odino: si prosegue…
Dopo l’interminabile camminata arriviamo alla spiaggia nera…sinceramente ci aspettavamo qualcosa in più dopo tutta questa fatica. Affranti decidiamo di buttarci sul cibo, quale migliore consolazione! Mentre pasteggiamo allegramente ci rendiamo conto che c’è un po’ troppo via vai sulla spiaggia, soprattutto di persone che arrivano dal versante opposto della spiaggia rispetto a noi…il dubbio diventa una certezza quando vediamo un camper in lontananza: c’è un parcheggio vicino alla spiaggia e noi abbiamo preso la strada lunga…
Si apre un ulteriore dibattito, come torniamo alla macchina? Io propongo di andare al parcheggio chiedere un passaggio a qualcuno fino alla nostra macchina, Marco sembra indeciso, Ste si alza e con sicurezza annuncia che tornerà da solo fino alla macchina per poi venirci a prendere al parcheggio, il Bresso lo accompagna.
Io e Marco allora ci incamminiamo al parcheggio per aspettare i ragazzi, durante il tragitto lo stupore supera ogni livello quando scopriamo che tutta la strada che abbiamo fatto ci ha portato in una spiaggia secondaria e non quella che effettivamente volevamo raggiungere. La spiaggia celebre si trova a 1 km di camminata da quella in cui ci siamo fermati noi. In più il parcheggio con tanto di bagni pubblici incombe sulla spiaggia a 50 m di distanza.



Ci stiamo ancora chiedendo per quale motivo Odino ha deciso di beffarci in questo modo, forse lo abbiamo in qualche modo offeso ma come non lo sapremo mai.La giornata fortunatamente si è chiusa nel migliore dei modi, forse qualche dio pagano ha voluto ricompensarci, almeno per l’impegno, l’ultimo arcobaleno della vacanza ha accompagnato il nostro viaggio verso Bifrost dove abbiamo dormito, mangiato, fatto il bagno nella vasca termale e assistito a uno spettacolo di musica dal vivo tenuto da un simpatico islandese tutto fare con un repertorio molto piacevole.



Sabry


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