martedì 28 luglio 2009

Le cascate di Dio

27 Luglio 2009

Giornata dedicata all'esplorazione del parco nazionale Jökulsáörgljúfur, il tempo per l'ennesima volta non è dalla nostra parte, ma questo non ci scoraggia perchè siamo gasatissimi all’idea di vedere finalmente la cascata con più portata d’acqua di tutta l’Europa.
Questo parco naturale si estende lungo una gola lunga 30 km all’interno della quale scorre un impetuoso fiume, si tratta di un vero e proprio canyon che si è formato in seguito alle immancabili eruzioni vulcaniche.


All’inizio del tragitto troviamo una strana quanto enorme conformazione rocciosa, che la leggenda vuole sia l’impronta dello zoccolo del cavallo di Odino, Spleipnir che accidentamente durante il volo ha toccato terra.
La prima tappa è una zona completamente ricoperta di basalto (immancabile). Ci districhiamo un pò tra le bizzarre sagome e dopo aver scoperto le proprietà acustiche della zona iniziamo a urlare un pò di parole a vanvera...i soliti italiani...


Ed eccoci finalmente a Dettifoss, la forza della natura in tutto il suo splendore, già a qualche km di distanza intravediamo in lontananza il pennacchio di spruzzi che solleva la cascata. Siamo impazienti di raggiungere il sito, dopo pochi minuti di camminata ecco lo spettacolo che ci si é presentato davanti


...riflettiamo sul fatto che se quello di prima era lo zoccolo del cavallo di Odino, questa è sicuramente la rappresentazione di Odino che va in bagno dopo l'Oktoberfest (cit. Marco)
La cascata riversa nel fiume circa 193 m cubi di acqua al secondo, gran parte dei quali ci finisce addosso, torniamo alla macchina fradici ma estasiati da tanta potenza.

La tappa successiva è la più modesta ma elegante Godafoss, che significa cascata degli Dei, la sua bellezza anche in una giornata uggiosa e sotto la pioggia battente non ci fa stupire del nome che le hanno attribuito.


Come terminare meglio la giornata se non con una rilassante visita alle tanto celebrate piscine geotermiche islandesi? E' da giorni che Ste non perde occasione per ricordarci che siamo nel paese perfetto per un bel bagno termale ma che ancora non ne abbiamo fatto uno (ritengo che la pozza tiepida dell'Askia non si possa considerare fra questi)...
Decidiamo così di fare un salto allo stabilimento di Myvatn, la risposta settentrionale alla celebre Laguna Blu. Il posto è perfetto, l'acqua raggiunge i 35/40 gradi (a parte in alcuni punti in cui Bresso e Marco hanno cercato di bollire vivi e in cui l'acqua raggiungeva temperature ben più sfidanti) ci rilassiamo come non mai e dopo una settimana di trekking estremo tra vulcani, geyser e placche tettoniche ci chiediamo perchè non lo abbiamo fatto prima...

Sabry

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