sabato 25 luglio 2009

Askja-Dakar

24 Luglio 2009

Questa mattina ci siamo svegliati decisamente presto, in parte a causa del sole che con prepotenza filtrava dalle finestre delle camere già alle 4 del mattino e in parte perché ci attendeva una delle escursioni più impegnative di tutta la vacanza, soprattutto per la povera Santa Fè...
La giornata è stata dedicata alla visita del vulcano Askia nella cui caldera in seguito a numerose eruzioni ed esplosioni piroclastiche si è formato un ampio lago (il più profondo dell’Islanda) e in un cratere più modesto una piscina naturale nella quale è possibile fare il bagno godendo dei perfetti 25° dell’acqua promessi dalla guida. La strada per raggiungere il sito, lo sapevamo, era una sterrata senza alcuna pietà per i pneumatici e con 2 guadi oltre a quelli che la cartina non segnala ma che inevitabilmente incontriamo lungo il percorso (per la serie se non rischiamo la vita non c’è gusto, passeggiare e fare il bagno in un vulcano attivo non ci bastava…). Dopo oltre 100 km percorsi in mezzo ad un deserto lavico e roccioso, praticamente distrutti, arriviamo al punto di partenza della nostre escursione e finalmente dopo 4 ore di viaggio in mezzo al nulla, vediamo segni di civiltà.



Dopo un paio di km di passeggiata nel centro della bocca del vulcano





finalmente arriviamo all’agognata meta: il piccolo laghetto caldo in cui poterci rinfrescare dalla calura della giornata (temperatura stimata 0°). Dopo una discesa nel piccolo cratere quanto mai ‘agevole’ ci fiondiamo a tastare l’acqua pregustando il delizioso calduccio che ci aspetta sott’acqua.


Ci basta poco per renderci conto che l’acqua non è poi così calda e che dopo 100km di strada sterrata nel deserto non possiamo non fare il bagno dopo tutta la fatica fatta… Ste come previsto si lancia entusiasta nelle acque sulfuree e lattiginose, emettendo strani suoni tra i quali scorgiamo le parole ‘è fredda, cavolo se è fredda…’ gli altri ragazzi lo seguono a ruota per dimostrare la loro virilità e soprattutto per poter dire di aver fatto il bagno in un vulcano almeno una volta nella vita. Io preferisco serbare il ricordo del calore del pile e della cuffietta di lana che mi avvolgono mentre scatto foto ai natanti in agonia.



Niente comunque è stato meglio dell’uscita dall’acqua. I ragazzi sono quasi congelati nel tentativo di asciugarsi e rivestirsi, per questo dopo un breve spuntino abbiamo deciso di fare ritorno…ci aspettavano dopotutto altri 120 km di rilassante deserto vulcanico e quelli che forse sono stati gli ultimi guadi della vacanza…con mio sommo dispiacere :)

Sabry




6 commenti:

  1. bene ragazzi , devo dire che le foto sono meravigliose...e brava Sabry...non so se per il resto contribuisce il cibo e le bevande locali..tornate sani, mi raccomando , noi genitori abbiamo investito molto su di voi. mi incurioscisce sapere l'altezza della bellezza locale fotografata accanto al Bresso. GRAZIE

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  2. Mi resta giusto da programmare la gita ad Askja e poi sono pronta a darti il cambio.
    Non vedo l'ora!
    Goditi gli ultimi giorni di vacanza!

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  3. Niente male per dei milanesi con i piedi d'argilla.......
    Ve la state cavando bene, ma una maggiore allegria aiuterebbe, Sabry meno male che ci sei a fornire una nota lievemente umoristica.
    Buon proseguimento.
    Enea

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  4. che invidia Sabri...sono posti stupendi!! Bravissimi con le foto e con la pazienza con cui raccontate le vostre giornate, sembra quasi di essere lì con voi, molto coinvolgente. Ma...come sono gli uomini d'islanda?? Un'abbraccio in attesa di una nuova puntata. Gio

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  5. Mi hanno sempre detto che l'Islanda è un paese incredibile ma dalle vostre foto e dai vostri commenti mi pare.....di più!!!!
    Sabri per fortuna la Gio mi ha dato l'indirizzo del blog, ti sto seguendo passo passo, viaggio stupendo, complimenti anche per i commenti, ti vedrei bene anche come scrittrice
    un bacione da Bianca (ex compagna della Gio)

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